Paraná, un fiume che canta, questo è il titolo concerto che con il coro e l’ensamble Voz-Latina, porteremo al pubblico, per celebrare il 30° anno dellla Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona Onlus ed il 20° dell’ Associazione Latinoamericana di Cremona.Un viaggio alla scoperta della musica e dei popoli che vivono lungo questo fiume
Il Paraná, dal guaraní “parente del mare”, è un fiume che attraversa gran parte del Sudamerica e nel suo percorso verso il mare segna confini tra il Brasile, il Paraguay e l’Argentina.
La presenza costante dei corsi d’acqua, che guidano la vita e i sogni degli uomini, ci fa pensare che noi stessi siamo le loro sponde e che il fiume non scorre solo tra limiti geografici, ma anche tra paesaggi più intimi, come le emozioni di cui quei fiumi sono complici fraterni. E una gran parte di noi, come litorale affettivo, si riconosce nei paesaggi e nelle sonorità nate dal legame tra il nostro Paraná e un altro grande fiume di cui tutti gli altri sono affluenti: il fiume del tempo, di cui parlava Eraclito.
All’inizio di questo viaggio di gestazione delle sonorità, compaiono autentici personaggi da epopea: il popolo originario, i Guarani. Creatori di una cultura che presenta ancora tanti enigmi per l’antropologia moderna, cercatori della “terra senza male”, furono capaci di creare una lingua, un corpus di miti cosmogonici, una metafisica e un’etica sociale degne di ammirazione.
E con loro, i Gesuiti, grandi artisti e maestri, che introdussero la musica barocca europea, facilitando la convivenza nelle riduzioni (missioni gesuite), e realizzando qualcosa di raro e complesso: trasferire ed inculcare in altri popoli un linguaggio musicale, un sistema di codici e una totale autonomia nella fabbricazione e l’utilizzo di strumenti, come pure nel canto corale. La natura delle riduzioni era spirituale e civile al tempo stesso: si trattava di villaggi di indios guaraní, che i gesuiti cominciarono a fondare all’inizio del Seicento lungo i fiumi Paraná, Paraguay e Uruguay, in un territorio attualmente diviso tra Argentina, Brasile e Paraguay, per una superficie di circa 350mila chilometri quadrati.
Per completare il mosaico etnico che ha dato vita a un’identità musicale complessa, progenie di un suono ritmico e melodico inconfondibile, in cui spiccano ritmi come: chamamé, guarania, litoraleña, milonga, candombe… fu imprescindibile l’apporto della corrente migratoria mitteleuropea. Come si può facilmente intuire, questa musica non ha molto in comune con quella dei Guarani, né con quella delle missioni gesuitiche, ma è stata la lingua guaraní a darle la sua cadenza inconfondibile.
“…cercando l’etimologia delle parole guaraní, non troviamo altre lingue, non arriviamo al rumore di altre parole, ma al silenzio della Natura. Forse il Guarani è stata la prima lingua parlata dagli esseri umani, forse è nata imitando la realtà ed è per questo che è così semplice, nella sua complessità, perché la natura fa le cose nel modo più semplice. È fuor di dubbio che il Guarani non discenda da nessuna lingua, semplicemente ‘nasce’ nel modo più naturale dalla pura osservazione del mondo…”
Con il sostegno di: Fondazione Comunitaria della Provincia di Cremona
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